IN RETROSPETTIVA: DRACO MALFOY E LA BACCHETTA DI BIANCOSPINO
Nel maggio 2007, J.K. Rowling rispose a una lettera aperta inviatale l’anno precedente dallo staff del sito harrypotterfanzone, in cui le venivano sottoposte parecchie domande relative ad alcuni dettagli della saga rimasti oscuri o incerti. Lo fece inserendo cinque di queste domande, e le relative risposte, nella sezione FAQ del proprio sito.
Una di queste verteva sul rampollo della famiglia Malfoy, rivelandosi senza dubbio la più intrigante, poiché era la più ricca di implicazioni e quindi di spunti teorici. Apprendemmo allora che la bacchetta di Draco è fatta di biancospino, e l’autrice chiarì di aver scelto questo legno indipendentemente, analogamente a quanto fatto con l’agrifoglio di Harry, piuttosto che seguendo il calendario celtico utilizzato per le altre bacchette, in cui ogni data di nascita è associata a una specifica pianta. Tuttavia, l’autrice aveva poi realizzato che, “per varie ragioni, il biancospino era adatto a Draco come l’agrifoglio è adatto a Harry”.
Esaminiamo quindi la simbologia dietro al biancospino per vedere se possa offrire una migliore comprensione della vera natura del sgradevole Serpeverde (nato il 5 giugno 1980) e come questa potesse già suggerire qualche teoria sul suo futuro nella saga. Sappiamo infatti che la Rowling è stata una vera e propria maestra nel seminare tracce nascoste e, come vedremo, anche questa si inserisce nello stesso filone.
Il biancospino è associato a coloro che nascono tra il 13 maggio e il 9 giugno e alla divinità celtica Govannon, fabbro dei Túatha Dé Danann e dispensatore dell’idromele che conferisce l’immortalità. Il biancospino ha quindi una connotazione sacra e infatti nell’antica cultura celtica veniva utilizzato per incisioni runiche, come anche il melo e il tasso (che, tra l’altro, è il legno della bacchetta di Voldemort, stabilendo una singolare correlazione tra i due personaggi).
Tuttavia, è anche associato alla sfortuna, forse a causa di una leggenda che lo vuole utilizzato per la corona di spine di Cristo. Senza cadere nel misticismo o senza forzare le interpretazioni, si potrebbe ipotizzare se questo dettaglio possa alludere al destino del giovane Malfoy, implicando il versamento di sangue innocente. È importante ricordare che alla fine del sesto libro, Draco rimane ancora un Serpeverde, non essendo coinvolto nell’omicidio di Silente e mostrando incertezza verso una via che potrebbe condurlo alla rovina spirituale.
Si crede anche che danneggiare un biancospino porti gravi conseguenze per chi lo compie. Quest’ultima implicazione è interessante perché potrebbe suggerire che Voldemort, oltre alle sue nefandezze, stia tentando anche di corrompere un giovane, dal momento che ha incaricato Draco di uccidere Silente e di portare i Mangiamorte a Hogwarts , avviando così il suo percorso verso il Male
Il biancospino è anche simbolo di purificazione e speranza: antiche celebrazioni come Beltane prevedevano la potatura del biancospino per fare spazio al nuovo, rinnovando la vita e collegandosi all’idea di immortalità associata a Govannon.
Questo dato, oltre a integrare il significato della tarocco della Torre nel Principe Mezzosangue, poteva già suggerire che Draco sarebbe stato uno dei personaggi che bilanciano le sorti verso un esito o l’altro. Oggi, a saga ultimata, abbiamo la certezza che è stato proprio così: Draco non riesce a spingersi sulla china del Male oltre il punto de non ritorno. Infatti non ce la fa a uccidere Silente, tuttavia ha scrutato abbastanza a fondo nell’abisso da restarne scioccato. Quello è il punto di maturazione del personaggio. Da lì in poi non solo non sarà più desideroso e fiero di assecondare i piani di Voldemort, ma diventerà un ‘soldato’ assai riluttante. Questa circostanza, unita la fatto che già i suoi genitori, seppur per motivi diversi, erano già diventati a loro volta riluttanti, metterà in moto una serie di conseguenze cruciali per la disfatta del Signore Oscuro.
Ancora una volta, brava Rowling!