HARRY POTTER: UNA PIETRA FILOSOFALE PER LA PANINI
Fra le generazioni di Italiani attualmente viventi, pochissime non hanno potuto godere, nel corso della loro infanzia, del piacere di collezionare almeno un album di figurine Panini.
Se fate mente locale, vi verranno in mente senz’altro i titoli delle vostre collezioni preferite, quelle di cui “ai vostri tempi” non si parlava d’altro e non si scambiava altro (e fra queste, di sicuro c’era un qualche immancabile serie Disney, non è vero?).
In effetti la storia di questa impresa modenese, che potete ripercorrere in una interessante panoramica a questo link, inizia negli Anni Trenta e si snoda fino ai giorni nostri cavalcando tutti i maggiori successi cinematografici, televisivi, fumettistici o comunque di costume che hanno segnato la nostra storia culturale. Fra questi c’è e non poteva mancare, naturalmente, anche Harry Potter.
Nel 2000 la Panini è infatti riuscita a strappare alla Warner Bros la licenza esclusiva mondiale su questo tipo di articolo così amato da bambini e ragazzini, risollevando così le proprie provate sorti, entrate in crisi nel 1998 dopo i Mondiali di Calcio, e riuscendo di nuovo a far levitare magicamente – è il caso di dirlo – il proprio fatturato, fino a raggiungere addirittura un raddopppio nel 2002. Del resto non è una novità perché l’abbiamo già visto in molte altre occasioni: Harry Potter, come una vera e propria Pietra Filosofale, trasforma in oro qualsiasi settore tocchi.
All’uscita di ogni film del maghetto, è apparso allora un album appositamente dedicato, che è stato lanciato con una tecnica di marketing intelligente e infallibile che dagli Anni Sessanta ha iniziato a essere applicata all’uscita delle scuole: la distribuzione gratis del raccoglitore e di qualche pacchetto omaggio di figurine per iniziare la collezione. Giusto un antipasto, per invogliare a prendere confidenza col prodotto, e voilà, il gioco era fatto: il bimbo di turno restava simpaticamente ”adescato” e si trasformava quindi in vorace acquirente, fino a giungere, verso la fine raccolta, allo stadio di ”invasato” alla perenne caccia di quelle due o tre immagini sfuggenti che non è mai riuscito a trovare nelle bustine. In effetti, a meno di non acquistare dall’edicola interi scatolini-serie (ricordate quegli agognati parallelepipedi di cartone appoggiati sul bancone, pieni di centinaia di invitanti pachetti?), era impossibile riuscire a completare un album da soli: l’unica strada alternativa era quella di ricorrere agli scambi con i coetanei.
In occasione dei primi giorni di proiezione dei film, è invalso anche l’uso di applicare la medesima tecnica all’entrata dei cinema, dove schiere di piccoli spettatori accettano sempre di buon grado il ”regalo interessato”, quasi fosse un bonus aggiunto alla chicca della nuovissima pellicola e all”immancabile condimento a base di patatine, popcorn e bibite assortite.
Ma con l’evolversi dei tempi le esigenze dei bambini si son fatte sempre più raffinate, ed ecco allora che, vista soprattutto la dimensione magica della saga di Harry, l’album e le figurine puri e semplici non bastano più e bisogna ricorrere a ulteriori incentivi: immagini glitterate e cosparse di polverina dorata, oppure tridimensionali da visionare con gli appositi occhiali, fino ad arrivare al nuovissimo raccoglitore ”Il Magico Mondo di Harry Potter”, lanciato ai primi dello scorso novembre, che realizza un compendio dei primi cinque film con sequenze inedite e include un”anteprima del sesto in uscita a luglio 2009, con l’aggiunta di immagini metallizzate e adesivi fluorescenti.
Reinventare dunque vecchi passatempi e vecchie idee in chiave innovativa: non è forse questo, in fondo, il medesimo segreto di J.K. Rowling?