HARRY POTTER – UNA LETTURA TEOLOGICA
Harry Potter – Una lettura teologica è l’ultimo nato fra i saggi accademici che si occupano della saga di J.K. Rowling, a firma di Giancluca Bracalante, parroco di Carpineto Sinello e Guilmi.
E con un simile titolo, non sembrerebbe, a prima vista, un saggio per tutti. Non tanto per il fatto che potrebbe apparire non coinvolgente per il non credente, bensì per il focus della disamina, che affronta argomenti senz’altro poderosi, da sempre appannaggio di una nicchia.
Va dunque sgombrato subito il campo dalla prima obiezione, quella dell’essere rivolto solo al credente, poiché qui non si tratta, come qualcuno potrebbe prefigurarsi, di una riedizione della predica domenicale e pertanto una teologia spicciola, declinata per l’immediato quotidiano e quindi volutamente semplicistica. Si tratta invece di Teologia nel senso più alto del termine, cioè col suo focus sull’Etica, di cui sicuramente il credo cristiano è profondamente permeato (così come lo è la saga di Harry Potter, anche se per alcuni – per lo più ignari, quando non in mala fede – ciò suona come una bestemmia), che inevitabilmente finisce quindi coll’intrecciarsi alla Filosofia.
Tuttavia questa premessa non deve scoraggiare il lettore, specialmente se digiuno della materia, perché Don Gianluca sa guidarlo sapientemente fra i meandri dottrinali, rendendo fruibili concetti che, dal punto di vista intellettuale, sono imponenti.
Con linguaggio semplice e l’ausilio di molti esempi tratti direttamente dal testo della saga, l’autore dipana il proprio ragionamento confezionando in un testo non solo godibile, ma che spesso inframmezza a un Tommaso D’Aquino o a un Joseph Ratzinger, citazioni di libri e film molto popolari, in un felice mix che attualizza diatribe dottrinali lunghe secoli, inquadrandole in un contesto contemporaneo.
E’ dunque un saggio capace di conciliare una materia potenzialmente intimidente con la tabula rasa dell’ultimo dei principianti, che anzi dovrebbe approfittare dell’occasione per arricchire di molto, ma con poca fatica, il proprio bagaglio concettuale.
Il saggio consta di soli due capitoli, ma la particolarità e che ciascuno di essi è lungo oltre cento pagine.
Fra le tematiche esaminate ci sono anzitutto gli archi evolutivi e la maturazione finale di alcuni dei personaggi chiave (ad esempio Ron, Hermione e Piton), così come le contrapposizioni fra alcuni di essi (ad esempio la iper logico-scientifica Hermione Granger e l’istintiva e metafisica Luna Lovegood).
Grande risalto è dato poi, come è giusto che sia, al ruolo e al valore dell’Amicizia (tema di cui già si era occupato, in Potterologia, un altro scrittore profondamente cattolico, Paolo Gulisano), che don Gianluca personalizza con una visione originale, mettendo in relazione questo sentimento col senso profondo degli incantesimi Expecto Patronum e Incanto Fidelius. Essi infatti, rispettivamente, esercitano e sottendono due doti precipue di un solido rapporto di amicizia: la protezione e la fiducia reciproca.
Don Gabriele comprende inoltre perfettamente che l’assenza di un Essere Superiore, spesso contestata alla Rowling da alcuni feroci critici cattolici, è sostituita dall’Amore, da quel concetto di “agapé“, cioè di amore incondizionato, di cui Lily Evans, col proprio sacrificio rappresenta l’epitome e che, per un un cristiano, può essere agevolmente intercambiato con due parole: Gesù Cristo. Ossia l’incarnazione stessa, nel senso più autentico e primario del termine, di questo concetto.
Bracalante si focalizza inoltra sulla disamina delle madri, un altro elemento-chiave della saga. Anche questo è un argomento che – nell’esegesi potteriana italiana – era stato precedentemente esplorato da Amneris Di Cesare, anzitutto in Potterologia , dove vengono passate in rassegna le figure materne più prominenti della saga. e poi nel saggio monografico Mamma o non mamma: le madri minori nell’universo di Harry Potter dove, invece, vengono esaminate le figure materne che restano più sullo sfondo.
Ancora una volta, don Gianluca offre un suo spunto di esegesi originale, affiancando a Lily, a Molly Weasley e a Narcissa Malfoy, una quarta figura, che non è materna nel senso biologico del termine, bensì in quello ‘putativo’. Si tratta di Minerva McGranitt (alias McGonagall, a seconda che vogliate adottare la nomenclatura della versione originaria, ripresa anche nei film, oppure quella della successiva revisione di Bartezzaghi, che è anche quella adottata in questo saggio).
Scrive dunque l’autore in proposito:
“Quella rappresentata dalla McGonagall è una maternità montessoriana, che si estende nei confronti dei suoi studenti amandoli e aiutandoli a fare da soli. La McGonagall appare severa ed esigente ma al tempo stesso amorevole giusto e leale […] La McGonagall rappresenta il volto femminile di Silente capace di amare così tanto la scuola e i suoi studenti da difenderli fino all’ultimo momento dagli attacchi esterni” (pagg. 50-51)”.
Questi sono alcuni esempi dei molti interessanti spunti di riflessione di questo saggio, che vi invito caldamente a esplorare per sfruttare tutto il godibile ‘food for thoughts’ che è in grado di offrire.