GLI ULTIMI ARRIVATI…

MARINA LENTI

Dal 2009, curiosità e approfondimenti sul mondo di Harry Potter e sul genere Fantastico

LUCA AZZOLINI INCONTRA HARRY POTTER

L’INTERVISTA

Luca, cosa pensi di Harry Potter dal punto di vista letterario?

Harry Potter, dal mio punto di vista, ha sdoganato il genere fantastico per ragazzi. È palpabile il cambiamento. Assieme alle riduzioni cinematografiche, i romanzi della Rowling hanno portato una ventata di freschezza nell’editoria generale. Si guarda con occhio nuovo al romanzo per ragazzi, che ora ha nuovi contenuti, dimensioni e soprattutto spazi. Ma se questo è stato possibile, lo si deve appunto alla qualità letteraria che ne fa un’ottima serie sia per i più piccini, che per tutti quegli adulti che hanno gli occhi abbastanza spalancati per poter capire che anche in una storia fantastica esistono messaggi di una profondità spiazzante.
Era il libro giusto, la serie giusta, al momento giusto.

 

Cosa pensi di Harry Potter dal punto di vista del fenomeno di massa?

L’ho anticipato in parte sopra. Ma non sono entrato nel dettaglio, lo faccio ora. Per come sono, devo dire che certe immagini di isteria collettiva non le ho mai gradite molto. Penso alle librerie aperte a mezzanotte, alle file di fan urlanti, ecc. ecc. Ma visto dove siamo arrivati oggi, mi rendo conto che quello era il meno.
Il fenomeno di massa che apprezzo io è l’incremento della fascia dei lettori, soprattutto fra i più piccoli. Questa è la vera, grande e assoluta magia di
Harry Potter, e servirebbe un Harry Potter ogni decade per permettere questo incantesimo che risveglia (un poco) la collettività…



Quali sono a tuo avviso i migliori pregi della saga della Rowling?

Cerco di sintetizzarli…

1) Parla a tutti. A ogni età. Estrazione sociale, culturale, ecc. Si rivolge a chiunque sappia ascoltare grazie a un linguaggio piacevole e a messaggi diretti, semplici quanto efficaci.

2) È ben scritto, e presenta una cosa che solitamente fa il successo di un libro: personaggi credibili, reali, con i quali ci si può immedesimare. Problemi, gioie, ansie, quotidianità. Questo è fondamentale, secondo me.

3) Ultimo, ma non ultimo, è ciò che la saga regala. Per anni, scandita con le varie uscite, si è creata l’attesa, la gioia di poter leggere la nuova avventura del maghetto, di continuare le sue vicende. Questo tipo di alchimia col lettore è qualcosa che davvero invidio a J.K. Rowling.

 

E i maggiori difetti?

Credo che in certe situazioni l’autrice, come sicuramente il gruppo di editor che gravitava attorno a lei durante la gestazione della serie, avrebbe potuto evitare di far lievitare inutilmente le pagine di certi romanzi (soprattutto gli ultimi). Non c’era pericolo per Harry Potter, la sua magia stava altrove, non nel numero di pagine che si portavano in libreria…

 

Il tuo libro preferito…

Direi Harry Potter e il prigioniero di Azkaban… 

 

C’è qualcosa che avresti assolutamente cambiato? Una situazione, un personaggio, un’ambientazione…
No, la saga va vista nella sua completezza, ed estrapolarne un frammento, personaggio o situazione per modificarlo con gli occhi di un altro autore non mi è mai passato per la testa.
Ho però una simpatia sviscerata per
Hermione e mi domando sempre: quale sarebbe stato il destino di Harry Potter, se la saga si fosse intitolata, invece, Hermione Granger e la pietra filosofale… ecc. ecc.



C’è qualcosa, nel tuo libro, che lo accomuna alla saga della Rowling?

Sì, credo di sì. Anche se è un po’ più adulto (appunto, per Young Adults, dai 12 anni in su), la protagonista del
Fuoco della Fenice è segnata dalla vita proprio come lo è Harry. Non ha una cicatrice, ma ha occhi rossi. Anche lei è sola, come lo è lui. Ma anche lei, presto troverà qualcuno che la aiuterà durante il suo lungo cammino…

 

Cosa lo rende invece profondamente diverso?
Credo il cattivo di turno. Io fatico a concepire cattivi in senso lato. Il cattivo perché vuol essere cattivo e basta non è mai la mente dietro tutto, solitamente il ”cattivo e basta” è un tirapiedi nelle mie storie. Il vero cattivo è più profondo (nel mio romanzo è la
Predicatrice, e per far capire la sua psicologia nel corso del Fuoco della Fenice faccio leggere al lettore brani di un diario che questa figura misteriosa tiene da molti, molti anni); da lì emerge quel pizzico di umanità, ma anche di vuoto e follia che, a quanto mi dicono in tanti, l’ha fatta apprezzare più dei protagonisti stessi della storia.

I tuoi progetti più prossimi?
Oltre a curare la
Collana Pegaso per Reverdito Editore, scrivo, scrivo, scrivo. Se tutto va bene, tornerò in libreria con un nuovo editore nel 2011, con un progetto che curo, oramai, da più di due anni.
Ma soprattutto, cosa nuova per me, da qualche mese a questa parte lavoro anche come
ghostwriter. È divertente, perché ne avevo una percezione completamente sbagliata. Immaginavo che il ghost non avesse voce in capitolo, e dovesse scrivere e basta su indicazione di altri. Non è per niente così. Anzi, è l’esatto opposto. Personaggi, idee, trame, situazioni, eventi, ambientazioni, partono da questa figura che alla fine non fa altro che nascondersi dietro a uno pseudonimo.
E no, il mio pseudonimo non ve lo posso proprio dire… 🙂

 


Biografia

Luca Azzolini è nato a Ostiglia (Mantova) il 21 maggio 1983. Si è laureato a Verona in Scienze dei Beni Culturali (2006) e in Storia dell’Arte (2009), entrambe le volte cum laude. Ha scritto il primo racconto a 18 anni, La Nuova Dimora, apparso nell’antologia Verba Market (2001). Ha iniziato a collaborare con la rivista FantasyMagazine nel 2006, e da allora ha pubblicato oltre 300 tra articoli, recensioni, racconti e approfondimenti.

A febbraio 2009 ha dato alle stampe il primo romanzo, un fantasy intitolato Il Fuoco della Fenice (La Corte Editore). A maggio 2009 è seguita l’antologia urban-fantasy Sanctuary (Asengard Editore), che lo vede in veste di curatore.

Dal 2010 lavora come ghostwriter, collaboratore editoriale di Dreamfarm e come curatore della collana fantasy Pegaso della casa editrice Reverdito.

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