ELEMENTI DI PSICOPEDAGOGIA NELL’ANTICA SCUOLA DI HOGWARTS – RECENSIONE
Dettagli:
ISBN: 8884742285
Pagine: 72
Editore: Il Cerchio
Anno: 2010
L’autore
Antonio Carriero (1988) è seminarista e studente di teologia presso la Facoltà Teologica Pugliese (Istituto Regina Apuliae di Molfetta). Collaboratore del periodico per ragazzi Mondo Erre, ha tra i personali interessi letterari il fantasy.
Il suo blog personale si trova a questo link.
La recensione:
Gran bel titolo per un gran bell’argomento, così come sono gran bei titoli e gran begli argomenti quelli dei singoli capitoli, come ad esempio Hogwarts scuola delle pari opportunità, Il mutuo insegnamento, Draco malofoy e la leadership.
Purtroppo, però, le promesse di questi titoli non vengono affatto mantenute nei contenuti, che grattano appena la superficie di importanti questioni non ancora trattate dalla saggistica potteriana italiana.
Ciò che l’autore mette di suo è un minimo inquadramento delle questioni che si prefigge di trattare, qualcosa che chiunque abbia letto i libri e abbia almeno 13 anni può agevolmente dedurre da sé.
Ma quando si tratta di approfondire e di mostrare finalmente gli approcci psicopedagogici facendo leva sulle scuole di pensiero babbane che dovrebbero fornire il sistema di riferimento, l’operazione naufraga miseramente, e si fa semplicemente ricorso ad ampi stralci dai romanzi. Ciò conferisce all’opera un sapore assolutamente tautologico che non porta in alcuna direzione. Oltretutto, vista la brevità complessiva del saggio, la quantità di tali stralci appare eccessiva.
L’unico capitolo in cui l’autore dà qualcosa in più, ma comunque non abbastanza da soddisfare il lettore curioso, è quello intitolato Il preside e Don Bosco: due metodi in comune. Un vero peccato. perché la direzione intrapresa era senz’altro originale e sarebbe stato interessante vedere quanto feconda.
L’elemento più fertile del saggio diventa dunque, paradossalmente, la prefazione dell’esperto tolkienologo e studioso del Fantastico Paolo Gulisano, il quale espone le interessanti considerazioni che già ebbe modo di esternare in un articolo a difesa della saga, comparso qualche anno fa sull’Osservatore Romano.
CONCLUSIONI:
Una bella occasione sprecata. L’autore aveva individuato un tema che davvero avrebbe portato qualcosa di nuovo nell’esegesi italiana dei romanzi, ma non ha saputo sfruttarlo. Usando una metafora mineraria, si può dire che Carriero ha un occhio notevole per individuare il filone aureo, ma poi non riesce a scavarlo e il suo piccone si limita a staccare qualche frammento di roccia senza mai raggiungere la vena di prezioso metallo sottostante.